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Si è svolto nel pomeriggio del 4 gennaio, all’ingresso dell’Ospedale di Treviglio, un presidio di preghiera e di testimonianza in difesa della vita. L’iniziativa rientra nella campagna di sensibilizzazione in difesa della vita nelle condizioni di fragilità ed è stata promossa dal movimento ‘40 Giorni per la Vita – coordinamento di Bergamo’ in collaborazione con l’associazione ‘Ora Et Labora In Difesa Della Vita’.

La preghiera si è svolta in modo pacifico e ordinato, protetta dalla discreta presenza di forze dell’ordine contro possibili attacchi. Tale intervento è stato tutt’altro che superfluo. È purtroppo accaduto in passato che la vista di cartelli che esprimono contrarietà all’aborto abbia suscitato aggressioni ‘sanzionatorie’. Il pretesto che giustificherebbe tali azioni violente è paradossalmente il contrasto alla violenza. Perché esporre cartelli contro l’aborto sarebbe di per sé un atto di violenza. A detta dei manifestanti, va invece precisata una verità: ‘non sono i cartelli che denunciano l’atrocità dell’aborto ad essere violenti ma è violenta la realtà che essi evocano. Perché l’aborto è un atto violento compiuto su un essere umano’.

Hanno partecipato a questa manifestazione di preghiera circa una quindicina di persone insieme al padre Giuseppe Locati – dell’Istituto Padri Bianchi di Treviglio e collaboratore del Popolo Cattolico – che ha offerto le sue meditazioni in accompagnamento ai santi misteri del Rosario e ha infine impartito a tutti gli oranti la sua benedizione.

Si segnala inoltre la partecipazione di don Angelo Rossi, cappellano dell’ospedale di Treviglio e la presenza del vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, occasionalmente in visita all’ospedale.

Il portavoce del movimento ‘40 Giorni per la Vita – coordinamento di Bergamo’, ha specificato che questo incontro pacifico di preghiera e testimonianza si inserisce in un cammino della durata di 40 giorni che decorre dalla ricorrenza dei santi Innocenti Martiri del 28 dicembre scorso fino al prossimo 4 febbraio, data di celebrazione della Giornata Nazionale per la Vita.

In questo periodo si susseguiranno incessanti incontri di preghiera, tenuti da una trentina di associazioni, gruppi e persino monasteri aderenti alla campagna. Ad essi si aggiungono, oltre a manifestazioni pubbliche di carattere culturale, iniziative di carità e incontri di testimonianza (tra i quali rientra la dimostrazione davanti all’ospedale di Treviglio). Sono inoltre in programma proiezioni in cineteatri e parrocchie. In particolare, segnaliamo il film Unplanned, che sarà proiettato nell’oratorio di Ranica, basato sulla storia vera del cammino di pentimento e conversione di una ex dirigente di una clinica per aborti americana. Storia molto ben raccontata attraverso gli occhi della protagonista, che squarcia veli di ipocrisia presentando la squallida realtà così com’è.

Obiettivo di tutte queste iniziative è quello di far fiorire la cultura della vita umana, oggi sempre più attaccata in un contesto culturale che favorisce la soppressione di persone, soprattutto in condizioni di fragilità. Senza dimenticare un altro aspetto, che è quello della carità. Nell’ultima settimana della campagna verranno organizzate molte raccolte di fondi che saranno destinati a Centri di aiuto alla Vita o a Progetti Gemma per il sostegno economico a mamme incinte in difficoltà economica e sociale.


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